
Nel 1761, a 29 anni, Jean-Honoré Fragonard non aveva ancora raggiunto la celebrità. Nato in Provenza si era trasferito giovanissimo a Parigi dove era stato a bottega da Boucher, primo pittore del re (Luigi XV), e dove aveva vinto il Grand Prix diventando così pensionnaire all’Accademia francese di Roma. Lascerà Roma il 14 aprile 1761 mettendosi al seguito dell’abate di Saint-Non per il viaggio di ritorno in Francia ed è durante questo viaggio che i due fanno tappa a Bologna (dall’8 al 31 luglio 1761) venendo in visita anche a San Michele in Bosco ed al suo chiostro ottagonale affrescato da Ludovico Carracci e collaboratori.
L’abate di Saint-Non, di cinque anni più vecchio di Fragonard, apparteneva per via di suo padre al mondo della finanza, ma grazie alla madre aveva sviluppato interessi artistici. Dopo esser stato avvocato al Parlamento di Parigi divenne abate commendatario vivendo del beneficio associato alla carica (6.000 livres annue). Fu a quel punto che decise di compiere il grand tour che lo portò in Italia: Napoli, Roma, Firenze, Venezia, Bologna, Genova le principali tappe del suo viaggio.
L’abate di Saint-Non era un dilettante dell’incisione: acquaforte e soprattutto acquatinta (l’incisione alla maniera dell’acquerello). E proprio per soddisfare questa sua passione era interessato ad acquisire disegni di opere d’arte da riprodurre con le incisioni. Per questo, conosciuto a Roma Fragonard che aveva terminato il suo periodo di studio all’Accademia francese, si offrì di pagargli il viaggio di ritorno in Francia in cambio dei disegni delle opere che avrebbero visto lungo il percorso (fecero tappa a Siena, Firenze, Venezia, Padova, Verona, Mantova, Bologna, Parma, Genova). A documentare questo viaggio abbiamo innanzitutto un diario, riemerso ad una vendita d’asta nel 1980 (e pubblicato anche in italiano: Saint-Non-Fragonard, Panopticon italiano. Un diario di viaggio ritrovato 1759-1761, Edizioni dell’Elefante, Roma, 1986), ma, cosa ugualmente importante, anche i disegni delle opere viste dai due nel 1761 e realizzati da Fragonard. Tra questi una serie di disegni eseguiti a San Michele in Bosco, nella chiesa e nel chiostro ottagonale.
Il diario dell’abate di Saint-Non annota: “Nel pomeriggio facemmo una passeggiata a San Michele in Bosco, convento di frati Camaldolesi o Olivetani su di un colle a mezzo miglio dalla città. La chiesa non merita molta attenzione, ma ci sono quattro sovraporte molto belle di Carlo Cignani. Una volta nel chiostro del convento c’erano degli affreschi ammirevoli dei Carracci e dei maggiori maestri della loro scuola, ma il tempo li ha distrutti al punto che non si distinguono quasi più. Si dice che ciò dipende dal fatto che sono stati eseguiti ad olio, dato che esistono affreschi molto più antichi in mille posti che si sono conservati perfettamente.” (Saint-Non-Fragonard, Panopticon italiano, cit., pp.82-83)
Le opere citate nel diario sono anche quelle riprodotte nei disegni a matita di Fragonard: le quattro sovraporte della chiesa realizzate da Carlo Cignani (1628-1719) e soprattutto opere dal chiostro ottagonale: 8 cariatidi che a coppie incorniciavano la scena principale in ogni lato e due scene dipinte da Ludovico Carracci, le Sette fanciulle inviate a tentare San Benedetto (ancora oggi in parte riconoscibile) e l’affresco purtroppo scomparso con San Benedetto libera il masso reso immobile dal demonio.
Sia il diario dell’abate di Saint-Non, sia le riproduzioni di Fragonard testimoniano che nella tappa bolognese del grand tour il monastero di San Michele in Bosco, con il suo chiostro ottagonale affrescato da Ludovico Carracci e bottega nel 1604-1605, era una delle mete più apprezzate. Oggi i disegni di Jean-Honoré Fragonard sono dispersi tra più musei, ma il gruppo più numeroso (tra cui diversi disegni da San Michele in Bosco) si trova nella collezione della Norton Simon Foundation a Pasadena, California.
